CICERI DE MONDEL SRL -

CICERI DE MONDEL SRL

Stampa 3D, il filo che da rilievo ai progetti

Da una sperimentazione nata da un’esigenza di autoconsumo l’azienda è passata ad una produzione industriale

A poche settimane dal “Robots & Makers Milano Show”, la prima fiera dedicata alla robotica ed ai makers tenutasi a Milano il 29 e 30 marzo, incontriamo Luciana Ciceri e Antonio Berera, titolari della Ciceri de Mondel Srl. Fondata nel 1917 la Ciceri de Mondel si presenta sul mercato delle materie plastiche come produttrice di lastre estruse in PST , ABS e SAN da oltre due decenni.
La produzione, inizialmente di medaglie, si è diversificata nel corso degli anni nel settore delle minuterie metalliche fino a comprendere le realizzazioni di cornici.
Negli anni Cinquanta viene avviata l’attività di argentatura per la produzione in proprio di specchi. Negli anni Sessanta la produzione degli specchi viene privilegiata ed ulteriormente potenziata negli anni Settanta quando vengono installati i macchinari necessari per la realizzazione di cornici in plastica termoformate. Abbiamo chiesto ai due titolari di spiegarci la loro nuova avventura imprenditoriale.

Antonio Berera, ci può chiarire cosa si intende esattamente per "makers"?
«In parole povere il “maker” è l’evoluzione del tradizionale appassionato di “fai da te”, è cioè l’hobbista che utilizza la tecnologia per la realizzazione dei propri progetti. Quello dei makers viene oggi riconosciuto come un vero e proprio movimento culturale contemporaneo. Il campo di interesse dei cosidetti makers spazia dalla realizzazione fai da te di apparecchiature tecnologiche, alla lavorazione di legno e metallo e, più recentemente, all’utilizzo delle stampanti 3D. La “cultura maker” si basa su alcuni pilastri fondamentali: l’open source, la condivisione dei risultati e la produzione personalizzata. L’idea è cioè che grazie alla libera circolazione delle idee e alla sperimentazione di nuove tecnologie e materiali si possa ottenere un nuovo tipo di produzione, su bassa scala e talmente personalizzata da potersi considerare addirittura esclusiva per un unico utente. La produzione di “ciò che serve - dove serve” potrebbe portare, dicono i teorici, alla sostituzione della produzione in serie con la produzione personalizzata e ad avere invece che pochi centri produttivi tante “micro fabbriche”. L’Economist, che ha dedicato al movimento dei makers una copertina, ha parlato di possibile “terza rivoluzione industriale”».

Luciana Ciceri cosa ci faceva un'azienda di estrusione di lastre termoplastiche come la vostra al "Robots & Makers Milano Show"?
«La Ciceri de Mondel Srl, fondata nel 1917, in quasi 100 anni di attività ha visto vari cambiamenti a livello produttivo, per dedicarsi dagli anni Settanta in poi esclusivamente all’estrusione di materie plastiche, principalmente HIPS, ABS e metacrilato. Un paio di anni fa mio marito Antonio ha acquistato una piccola stampante 3D da utilizzare per la prototipazione. Esaurite le bobine di filo acquistate e non soddisfatto della qualità dei prodotti trovati sul mercato ha effettuato una modifica all'estrusore di laboratorio utilizzato per la campionatura dei colori per auto-prodursi qualche rotolo di filo. Da una sperimentazione nata da un'esigenza di autoconsumo siamo passati velocemente ad una produzione industriale. In poche parole abbiamo ampliato la nostra produzione aggiungendo alle lastre filo per stampanti 3D con tecnologia FDM in polistirolo ed ABS con il nostro nuovo marchio: FILO ALFA».
Continua Antonio «Il mercato è in rapidissima evoluzione ed allo stesso tempo è tutto da scoprire. Le possibili applicazioni della stampa 3D sono tantissime e sicuramente molte sono ancora da immaginare. Al di là delle sperimentazioni più scenografiche come la stampa di case in argilla o di pizze per gli astronauti, la stampa 3D viene già usata per produrre, ad esempio, componenti hi-tech di jet e apparecchi acustici. Il nostro progetto è di entrare nel mercato come produttori di filo per stampanti FDM. Il punto di partenza, e il nostro punto di forza, è un’esperienza più che trentennale nel campo dell’estrusione delle materie plastiche, esperienza che ci dà la certezza di proporci nel settore del filo assolutamente preparati sia per quanto riguarda il processo produttivo, sia per quanto riguarda la conoscenza dei materiali plastici e delle loro caratteristiche. Siamo convinti quindi di poter garantire un’ottima qualità del prodotto. Inoltre intendiamo anche offrire al cliente la possibilità di ordinate colori a richiesta dato che ci avvaliamo di un laboratorio di colori interno alla nostra azienda».

Antonio, come intendete inserirvi nel mercato?
«Al momento i produttori di filo sono quasi esclusivamente cinesi e americani che si appoggiano ad alcuni grossi rivenditori europei per coprire quasi completamente le esigenze del mercato con la vendita on-line. Anche i nostri prodotti sono disponibili on line. Per il momento siamo sul mercato con filo del diametro di 1.75 e 3 mm in HIPS e ABS, ma stiamo sperimentando l’uso di diversi polimeri per cui a chi è interessato ai nostri prodotti suggeriamo di seguirci sul sito dedicato al settore filo www.filoalfa3d.com . Il messaggio che noi però intendiamo comunicare ai nostri clienti, e che cerchiamo di trasmettere attraverso il sito, è che come produttori abbiamo le migliori conoscenze del prodotto, delle sue caratteristiche e del suo modo di impiego».
Continua Luciana: «A questo proposito l’esperienza del Milano Robots and Makers Show è stata fondamentale. Gestendo un’attività industriale i cui clienti sono esclusivamente a loro volta aziende, infatti, non avevamo esperienza nella gestione del rapporto “business to client”. Con queste nuove tecnologie è possibile replicare in casa dei processi industriali che fino a pochi anni fa era impensabile far uscire dalle fabbriche, è quindi corretto fornire tutte le informazione disponibili in merito a prodotti e processi in modo da evitare inutili allarmismi ma anche da consigliare un adeguato utilizzo del prodotto. Ecco perché abbiamo voluto inserire nel nostro sito una sezione “salute e sicurezza” che rispecchia l’approccio che abbiamo in azienda. Tale sezione è stata infatti realizzata a partire da analisi chimiche degli “inquinanti aerodispersi in ambiente di lavoro” dove come ambiente si è presa una stanza ed il lavoro è quello di una stampante 3D che utilizza i nostri materiali. Siamo molto orgogliosi di questa contenuto, sviluppato con il supporto dei tecnici di CONFAPI INDUSTRIA SERVIZI, sia perché siamo convinti dell’utilità pratica che ha per i nostri clienti, sia perché ci differenzia da qualsiasi altro rivenditore del settore».

Antonio, i vostri clienti sono quindi solo utilizzatori finali?
«Oltre all'utente finale ci proponiamo come fornitori dei Fab Lab, quei luoghi dove sono messe a disposizione delle stampanti 3D per chi vuole stampare il proprio progetto e non ha la stampante a casa, un po’come le copisterie di una volta. Ovviamente, ma dipenderà anche dall’evoluzione che avrà il mercato, puntiamo ad inserirci nei settori produttivi: pensiamo, oltre che alla prototipazione, all’industria e al design».
Conclude Luciana «Un’altra possibilità che vorremo esplorare, più per convinzione personale che per business, è quello della collaborazione con le scuole. Alcuni licei ed istituti tecnici si sono infatti già dotati di stampanti 3D da utilizzare in affiancamento ai tradizionali corsi di disegno tecnico. Se la Barilla sta facendo sperimentazione per produrre pasta con le stampanti 3D noi lasciamo loro acqua e farina e continuiamo la ricerca nel campo delle materie plastiche per proporre dei fili che ci auguriamo possano essere di spunto per la nascita di nuove idee».

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